di Alessandra Daniele

Siria L’uomo apre la porta. Lo sconosciuto gli sorride.
– Buongiorno. Che ne pensa della Siria?
– Preferisco restare con l’Enel.
– Non sono un piazzista di contratti – dice lo sconosciuto, compunto – Sono venuto a comunicarle che il governo siriano ha usato armi chimiche contro i ribelli.
– E quindi?
– S’impone un’ ingerenza umanitaria.
– Ah… ho capito. L’inverno è stato lungo, avete finito il gasolio. Vi serve la Siria.
– Ma no, è un’iniziativa umanitaria
– Senta, stavolta risparmiatemi le balle. Volete la Siria? Provate a prendervela, e non rompetemi i coglioni – L’uomo cerca di richiudere la porta. L’altro la blocca col piede.
– Ma se noi agissimo senza un’adeguata giustificazione, lei s’indignerebbe. Manifesterebbe. Turberebbe l’ordine pubblico.
– Se avessi tempo per turbare l’ordine pubblico, lo farei perché non arrivo a fine mese.
– Quindi possiamo procedere col suo silenzio-assenso?
– Tanto procedereste lo stesso.
L’uomo prova ancora a chiudere la porta. L’altro estrae una fotografia.
– E possiamo abbattere questo crudele tiranno?
– Fabio Fazio?
– No, è Assad, l’efferato dittatore siriano.
– Preferirei se abbatteste anche Fazio, comunque fate pure.
L’altro toglie il piede dalla porta
– Benissimo. La ringrazio per la disponibilità – sorride – arrivederci alla prossima.

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