di Fabrizio Lorusso

FRANCESANOTA.jpgQuesta è la seconda parte della cronologia-reportage sulla francese Florence Cassez, reclusa in un penitenziario messicano dal dicembre 2005. Leggi la prima parte della storia a questo link. Eravamo rimasti alla sentenza di condanna in primo grado… La messa in scena della cattura di Florence e Israel in TV, eseguita dai poliziotti della FBI messicana, la AFI, e rivelata da Florence di fronte a milioni di telespettatori tre mesi dopo, non ha scalfito le tesi dell’accusa né evitato una sentenza di condanna in primo grado (96 anni di prigione) che si basa fondamentalmente sulle dichiarazioni dei tre testimoni, non essendoci altre prove contundenti. Le irregolarità nella cattura e le incoerenze sono passate in secondo piano, mentre sembra essersi consumata la vendetta del capo della polizia García Luna, umiliato in TV da Florence. Nessun altro membro della banda viene sentenziato in questa fase. Il sospetto aleggia: come mai tanti cambiamenti nelle dichiarazioni e l’assenza di altre prove? Erano sotto shock al momento delle prime dichiarazioni e poi alcuni mesi dopo si sono ripresi oppure hanno subito una manipolazione da parte di autorità restie ad accettare i propri errori? La legge dice che le dichiarazione rese nei primi interrogatori valgono di più rispetto alle rettifiche successive, ma cosi’ non è stato a quanto pare. Gli ostaggi hanno vissuto un calvario, ma pare che Florence non abbia molto a che vedere con la loro vicenda. Sono, come ha detto la francese, i testimoni “due volte vittime”, prima della banda di rapitori, quella vera, e poi anche del potere che ne manipola i destini? In caso di errore, o peggio ancora, di mala fede, in che modo sarebbe possibile fermare la fabbrica dei colpevoli? [Scarica l’articolo intero in .pdf qui]

6 febbraio 2009. Il Presidente Felipe Calderón propone il ricorso alla Convenzione di Strasburgo offrendo (e creando una legittima aspettativa a livello diplomatico nella controparte francese), in un primo momento, una risoluzione alternativa, meno mediatica e propagandistica, che possa soddisfare Francia e Messico. In una lettera al suo collega francese sostiene che “in caso di condanna, si potrà esplorare l’applicabilità della Convenzione sul Trasferimento delle Persone Condannate del 21 marzo 1983” che hanno firmato sia il Messico che la Francia.

9 marzo 2009. In appello la condanna viene confermata e la pena ridotta a 60 anni di carcere senza possibilità di riduzioni visti i capi d’imputazione: sequestro di persona e delinquenza organizzata; è eliminata la condanna per porto d’armi e per il rapimento di Raúl, il marito di Cristina che era stato trattenuto solamente poche ore per permettergli di cercare i soldi del riscatto.

Le strade possibili, oltre alla via diplomatica aperta da Calderón che non decollerà, sono poche ma percorribili: c’è il ricorso alla Suprema Corte messicana per questioni costituzionali (mancato rispetto del “giusto processo”), la Corte Internazionale di Giustizia e, come opzione immediata, il cosiddetto “juicio de amparo”. Infatti, viene inoltrata una richiesta per un ulteriore appello, che in Messico è conosciuto come giudizio di “amparo” (=protezione, tutela dei diritti), cioè l’apertura di un nuovo processo di revisione contro una precedente sentenza.

6-9 marzo 2009. Visita ufficiale del Presidente francese Nicolas Sarkozy in Messico e in agenda c’è il caso Cassez. Nonostante le promesse fatte dal Messico a livello diplomatico, la sentenza arriva proprio durante la visita del presidente in terra azteca e questi reagisce perorando la causa di Florence di fronte al parlamento messicano.

10 marzo 2009. Prima sessione della Commissione Binazionale formata da funzionari di Francia e Messico per analizzare la possibilità di estradizione di Florence Cassez affinché sconti la pena nel suo paese: il governo messicano vuole impedire che, in caso venga rimpatriata, sia liberata dalle autorità giudiziarie francesi. I lavori della commissione si concluderanno con un nulla di fatto.

7 maggio 2009. Dichiarazioni del presunto sequestratore della banda Los Zodiaco, David Orozco, alias El Geminis, che compromettono ancor di più la situazione di Florence, accusata da Orozco di essere a capo del gruppo insieme al suo ex, Vallarta, e di aver pianificato e compiuto vari rapimenti in cui si prendeva anche cura direttamente dagli ostaggi. Clamorosamente Orozco ritratterà sostenendo che quelle dichiarazioni gli erano state estorte dalla polizia con la tortura (documento link).
Arresto del fratello di Israel Vallarta, René, e di due suoi nipoti.

Inizio giugno 2009. Florence rilascia un’intervista alla nota giornalista messicana Denise Maerker e viene trasferita poco dopo dal reclusorio femminile di Tepepan, probabilmente quello con le migliori condizioni nel paese, al penitenziario di Santa Martha da cui era già passata per un periodo nel 2006. La misura è evidentemente punitiva e viene revocata dopo le proteste del governo francese.

22 giugno 2009. Il Presidente Calderón esprime il suo rifiuto all’ipotesi di rimpatriazione della Cassez che “dovrà scontare la pena in Messico”. Le riserve e le interpretazioni della Francia alla Convenzione di Strasburgo impediscono il trasferimento di Cassez, secondo il governo messicano, viste le scarse garanzie giuridiche che Florence sconti totalmente la pena nel suo paese. In febbraio è stata creata un’aspettativa a livello diplomatico ma poi con l’arrivo dell’estate si adduce una incompatibilità tra i sistemi legata a un cambiamento drastico della posizione del Presidente Calderón: una cosa che potrebbe assomigliare a un inganno con fini elettorali per spingere il suo partito, il PAN, che è in calo nei sondaggi per le votazioni del parlamento “mid-term”. E infatti vince il PRI, il PAN è penalizzato pesantemente e l’immagine della giustizia messicana risulta pregiudicata internazionalmente.

8 dicembre 2009. Il comitato per “Florence libera” organizza una manifestazione di fronte all’Ambasciata del Messico a Parigi per ricordare i 4 anni di prigionia della loro connazionale che s’è sempre dichiarata innocente.

4 febbraio 2010. Il Governo messicano ribadisce che il caso è chiuso e, in base alle prove presentate, Cassez è colpevole dei gravi delitti che le vengono imputati per cui non sarà consegnata alla Francia.
Florence pubblica un libro “A la sombre de ma vie” in cui espone i dettagli del suo caso e si dice pronta a richiedere un nuovo processo in base agli elementi di cui dispone.
Florenceannedumexique.JPG18 maggio 2010. Nicolas Sarkozy, insiste nel chiedere al suo omologo messicano che la cittadina francese venga consegnata e possa continuare l’espiazione della pena in una prigione francese. La questione della sovranità in Messico e il nazionalismo francese, da una parte, contro quello messicano, dall’altra, non giovano alle relazioni bilaterali e ancor meno alla causa di Florence Cassez, ormai coinvolta in un gioco che è un’arma a doppio taglio: popolarità e appoggi importanti rischiano di compromettere la serenità delle decisioni giudiziarie e polarizzano le opinioni dei due popoli “contrapposti”. D’altro canto le vie legali non hanno portato a cambiamenti sostanziali, sono state a senso unico e ormai le speranze e le strade percorribili si riducono, quindi si gioca con forza la carta della diplomazia e dell’opinione pubblica.

9 febbraio 2011. Alcune organizzazioni civili vicine a posizioni governative come Alto al Secuestro (Stop ai rapimenti), di Isabel Miranda Wallace, México SOS, dell’imprenditore Alejandro Martí e Causa Común, di María Elena Morera, e la Asociación Nacional de Consejos de Participación Civil (Ass. Naz. Dei Consigli di Partecipazione Civile), di Marcos Fastlicht, esigono al Potere Giudiziario di non “non cedere” alle pressioni della Francia su Florence Cassez.

Particolarmente attivo e controverso è il ruolo della Signora Wallace che è legata al PAN e al Presidente Calderón il quale, grazie alla rilevanza mediatica e all’attivismo di questo personaggio, conduce una campagna “di pulizia” della sua immagine, fortemente compromessa da una disastrosa guerra al narcotraffico e dall’aumento dell’insicurezza. La pietra angolare dell’operazione è la cooptazione dei movimenti sociali affini che non questionano la strategia repressiva e la politica di sicurezza del Governo offrendogli legittimità e consensi: l’alleanza s’è consolidata tanto che ora la Sig.ra Wallace è la candidata ufficiale del PAN per diventare sindachessa di Città del Messico e sottrarre la città, che è un enorme bacino elettorale da 20 milioni di abitanti, al controllo delle sinistre agglomerate intorno al PRD e al sindaco Marcelo Ebrard.

10 febbraio 2011. Il settimo Tribunale Collegiale per i processi penali boccia il ricorso all’ultima possibilità di appello costituita dal “juicio de amparo”. Il deputato francese, Thierry Lazaro, in trincea da anni in favore di Florence, denuncia una “giustizia corrotta al servizio del potere” e insieme alla famiglia Cassez chiede l’annullamento delle cerimonie previste per l’Anno del Messico in Francia, un festival culturale di 10 mesi dal febbraio 2011.

14 febbraio 2011. Sarkozy riceve la famiglia Cassez e dichiara che esiste “una differenza tra il popolo messicano, profondamente amico della Francia, e l’attitudine di alcuni suoi dirigenti” e che “non lasceremo quella ragazza in prigione per altri 60 anni e spero che la ragione trionferà”. L’evento culturale franco-messicano non viene cancellato anche se, come annuncia Sarkozy, sarà dedicato a Florence Cassez. Per il Messico è un affronto e l’ambasciatore a Parigi, Carlos de Icaza, paventa la sospensione dell’evento e una crisi diplomatica.

15 febbraio 2011. Sarkozy invita a “mantenere il sangue freddo” e il Messico accetta di partecipare al festival a condizione che non vi siano riferimenti al caso giudiziario di Florence. Però si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà per la francese e continuano gli eventi a lei dedicati, quindi all’inizio di marzo viene cancellato l’Anno del Messico in Francia per mancanza delle condizioni indispensabili, sostiene il Ministero degli Esteri messicano (link).

Marzo 2011. La Suprema Corte della Nazione messicana, presieduta da Juan Silva Meza, s’è dichiarata competente e ha accettato di analizzare eventuali vizi di costituzionalità relativi al processo Cassez, in particolare riguardo al principio del giusto processo e al “juicio de amparo” o appello, quello non concesso il 10 febbraio. Questa è l’ultima speranza strettamente giuridica e interna per una revisione del suo caso. Probabilmente ci sarà una sentenza della Corte nel primo trimestre del 2012, in piena campagna elettorale per le presidenziali del 6 luglio prossimo, il che certamente non è un elemento di serenità. La composizione della Corte è cambiata recentemente e ora c’è una maggioranza che pare più orientata ad accondiscendere le posizioni ufficiali e governative.

15 novembre 2011. Il canale TV France 5 trasmette un documentario di 52 minuti realizzato dal regista franco-vietnamita Othello Khann e da Patrice Du Tertre e prodotto da Cineteve e Crea-TV: “Florence Cassez, l’ultima risorsa” allude all’attesa sentenza della Corte Suprema che potrebbe rimuovere l’impasse attuale (link video trailer e sotto il documentario incorporato all’articolo).

24 novembre 2011. La Pastorale Sociale, parte integrante della Conferenza dell’Episcopato Messicano, elabora una “opinione giuridica” in cui sottolinea la fabbricazione delle prove contro Florence che dimostrerebbero la sua innocenza e la presenta alla Corte Suprema (link).

28 novembre 2011. Dopo la trasmissione alla TV France 5 del documentario con testimonianze che contraddicono le accuse del Ministero della Pubblica Sicurezza, l’avvocato Pedro Arellano, uno dei dichiaranti e coordinatori della ricerca inviata alla Corte Suprema, è rimosso dall’incarico di segretario che ricopre presso la Pastorale Sociale dell’Episcopato: viene così penalizzata l’equipe di legali che avevano denunciato la “fabbrica dei colpevoli” mettendosi contro il governo e le alte gerarchie ecclesiastiche, proclivi al mantenimento dello status quo. Sono sempre di più i media, radio, quotidiani e riviste importanti del Messico che sollevano “ragionevoli dubbi” sul dossier della francese (per esempio, Nexos, Gatopardo).

28 dicembre 2011. Alcuni rapitori catturati nel 2008 (Sergio Islas Tapia, Leonardo Islas Martínez ed Esteban Herminio Islas Martínez) della banda “Los Tablajeros”, una cellula che la Procura ritiene sia legata a Los Zodiaco sono condannati a 180 anni di prigione per sequestro di persona e delinquenza organizzata.

29 dicembre 2011. Emessa sentenza per due presunti membri della banda Los Zodiaco: René Vallarta, fratello di Israel Vallarta, è condannato in primo grado a 48 anni di carcere e David Orozco, alias El Géminis, a 60 anni di carcere per sequestro di persona da un tribunale dello stato del Nayarit. Intanto Israel resta in attesa di giudizio (link discussione).

2 gennaio 2012. Probabilmente per la pressione della stampa (reportage di Proceso) o per un ripensamento e su richiesta di vari vescovi, l’avvocato Pedro Arellano, segretario della Pastorale Sociale, viene reintegrato nel suo posto di lavoro dall’Episcopato Messicano.

Per finire, non posso dire se Florence sia innocente o no. Posso dire, in base all’informazione raccolta, alla mia esperienza e conoscenza del Messico e alle letture sul caso, che il suo processo è stato viziato da ingerenze di ogni tipo, da logiche interne perverse, prove poco credibili e dinamiche esterne di potere, diplomatiche e politiche. I dubbi sono cosmici, le certezze poche e alle vittime non è stata resa giustizia. In questa sintesi, tra l’altro, sono state omesse le descrizioni di altri ostaggi, vittime dei “Los Zodiaco” (sempre che questa banda esista veramente nei termini presentati dalle autorità in questi anni), e di altri elementi di questa e altre bande di rapitori in stretta relazione tra di loro.

Queste connessioni, spesso anche familiari, tra varie micro-organizzazioni criminali coinvolgono molti personaggi di questa storia surreale e inquietante e portano ad alt re piste molto promettenti per la risoluzione del caso e l’eventuale arresto dei delinquenti. Peccato che nella maggior parte dei casi siano state trascurate palesemente dagli inquirenti come succede con i due fratelli Rueda Cacho segnalati dalla giovane Valeria che sono riconducibili, con connessioni familiari, agli stessi ostaggi Cristina e Christian.
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Infatti, capita spesso che vittime e carnefici siano parte del medesimo intorno familiare, lavorativo o cittadino. Pare anche che Cristina, in base ai risultati delle indagini degli avvocati della Pastorale Sociale e alla testimonianza resa da uno dei massimi esperti francesi del caso, sia stata in passato la donna di servizio di un losco faccendiere, Eduardo Margolis, che era stato socio in affari di Sébastien Cassez, ma poi i due avevano litigato e s’era aperto un contenzioso legale. Le questioni aperte restano tante.

Non si sa che cosa abbiano fatto gli ostaggi tra l’8 e il 9 dicembre, giornata in cui la AFI era già entrata nel ranch Las Chinitas e aveva già catturato Israel Vallarta e Florence. Sappiamo solo che gli ostaggi sarebbero stati condotti lì (o ci sarebbero rimasti tutto il giorno) per la messinscena televisiva. Interrogato due volte in proposito dalla giornalista messicana Carmen Aristegui, Ezequiel semplicemente ha evitato di rispondere. Ma erano davvero nel ranch da prima o stavano in una delle altre case che i rapitori della banda avevano a disposizione per la prigionia? Le indagini lasciano a desiderare in merito.

E’ possibile che Florence resti in carcere e debba scontare in Messico la sentenza di condanna a 60 anni. Potrebbe anche essere riaperto il processo oppure del tutto annullato e, in questo caso, la francese sarebbe liberata. Queste sono le tre possibilità aperte per Florence Cassez, le sue ultime risorse o chance giuridiche in seguito all’accoglimento della sua istanza da parte della Suprema Corte di Giustizia messicana. Quest’organo giuridico ha il ruolo di corte costituzionale e, in questo caso, potrebbe aprire una via d’uscita non solo per Florence, ma anche per lo stesso governo messicano che cerca di salvare la faccia di fronte alle pressioni della Francia e, allo stesso tempo, al suo paese.

Una soluzione “creativa” che non scontenti troppo nessuna delle parti, elaborata da un organo super partes che è rispettato dalla popolazione e dai politici, potrebbe riuscire dove la diplomazia, legata agli interessi delle due nazioni e specialmente dei loro presidenti, non ha potuto avere successo. Restano comunque altre strade come la Corte Interamericana dei Diritti Umani e il ricorso alla Corte internazionale di giustizia de L’Aia, per esempio, ma sono barlumi sempre più remoti vista la forza non coercitiva delle loro risoluzioni.

Concludo citando Héctor de Mauleón dal mensile messicano Nexos:

“Alla fine della storia gli unici fatti comprovati del dossier sono la manipolazione sistematica, il vizio d’origine nel trattamento agli accusati e ai testimoni, la gestione dei media per costruire versioni ad hoc. Non possiamo arrivare a sapere tramite i fascicoli del processo se Florence Cassez è innocente o colpevole; se gli ostaggi sono stati veramente rapiti e se dicono la verità nella loro prima dichiarazione oppure nella seconda o nella terza; non possiamo nemmeno sapere se sia esistita o meno l’organizzazione criminale su cui è costruito il caso, anche se è chiaro che la parte fondamentale di questa banda si trova in libertà, che ci sono state vittime, che ci son stati carnefici e che in molti momenti i carnefici sono stati gli inquirenti assegnati al caso, i quali operano all’oscuro, torturano, inducono dichiarazioni, alterano i fatti e montano spettacoli per i mass media”.

Infine consiglio due importanti documenti su Florence, il documentario Florence Cassez, l’ultime recours (in francese) che potete vedere qui sotto o a questo link
http://site.cassez.net/index.php?Itemid=59&id=1197&option=com_content&task=view e il libro Fábrica de culpables. Florence Cassez y otros casos de la (in)justicia mexicana (versione tardota in spagnolo, Ed. Grijalbo, 2010) e Peines mexicaines. Florence Cassez, Jacinta, Ignacio et les autres (in francese, First Document, 2009) di Anne Vigna e Alain Devaldo, che è il lavoro più completo sul caso (http://www.amazon.fr/Peines-mexicaines-Florence-Jacinta-Ignacio/dp/2754015418). Infine sul sistema giuridico messicano il documentario “Presunto colpevole” qui.

Florence Cassez, l’ultime recours – El último recurso (documental) from Fabrizio Lorusso on Vimeo.

Web Ref

http://site.cassez.net/

http://www.liberezflorencecassez.com/

http://www.florence-inocente.com/

http://mexicoporflorencecassez.wordpress.com/mensaje-de-florence-cassez-a-los-mexicanos-audio/

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